Fagianella, Guantone, Metrella e Pasticcio sono pronti… camici colorati, cappelli buffi, orecchie giganti, palloncini, burattini e il naso rosso sui nasi rosa.
Si comincia!
Nella prima stanza c’è Alessia, una bimba che ci accoglie con entusiasmo e che, una volta indossate le ali delle Winx che le abbiamo “fabbricato” con due palloncini modellabili, accetta la proposta di diventare la nostra assistente… mi prende per mano e si incammina con noi in corridoio.
Incontriamo Mohamed che rimane subito incantato dai giochi di magia di Metrella e intanto fa amicizia con Alessia.
Nella stanza accanto c’è il piccolo Mattia che è senza dubbio il paziente più elegante di tutto il reparto: indossa un body da neonato che riproduce uno smoking da Notte degli Oscar, non ha neanche un anno e due occhioni che sembrano due laghi.
Sorride e il papà ride e scherza con noi mentre lo tiene in braccio, perché si… a volte un clown serve più a un adulto che a un bambino, ne ha più bisogno.
Il suo vicino di letto si chiama Aaron e ci chiede espressamente un palloncino gastronomico (ha fame!)… pronti via… gli prepariamo un hot dog che non placa la sua voglia di cibo, ma in compenso fa venire fame a noi.
Altra stanza, altro regalo!
Gabriele, un concentrato di entusiasmo e allegria, è a letto con due flebo assolutamente a suo agio, talmente tanto che quasi mette a disagio noi… ma tra una battuta, un gioco di prestigio e molte risate l’atmosfera non può che essere gioiosa.
Nel letto accanto c’è Giuseppe che ha un anno e mezzo e un ustione di secondo grado sul pancino e non smette un attimo di guardarci, di sorriderci e di cercare di interagire con noi… giochiamo un po’ con lui con i burattini da dito, un cagnolino di pelouche e con una pallina di lucine colorate, è uno spasso!
È il turno di Christian, il gigante buono, un ragazzino di quindici anni che per soli due centimetri rientra nella lunghezza del letto. Ci confida tristemente che dovrà operarsi alle caviglie dato che ha fatto un brutto atterraggio dopo un salto mentre giocava a pallacanestro… chissà quante volte si starà ripetendo nella testa “ma che cosa mi è saltato in mente di giocare quella partita?”.
Manca solo un saluto attraverso il vetro delle due camere dell’isolamento, dove lasciamo attaccato alla maniglia un palloncino.
Il giro è finito, scambiamo due chiacchiere con le infermiere e ci avviamo verso l’uscita.
Nel ripercorrere il corridoio buttiamo lo sguardo dentro ad ogni camera e vediamo che tutti hanno il nostro naso rosso sul comodino o addirittura indosso.
Salutiamo tutti con la mano e quando passiamo davanti alla sala giochi Giuseppe viene sulla porta a salutarci e ci manda baci con la manina… se non avessi paura di fargli male per via della medicazione lo stritolerei in un abbraccio. Mi trattengo, che peccato!
Usciamo dal reparto e arriviamo nello spogliatoio dove ci strucchiamo, ci spogliamo dei camici e dei vestiti colorati… i sorrisi e le risate ci rimarranno cuciti addosso.
Pasticcio si scioglie in lacrime di gioia, di emozione e di scarico tensione… ci abbracciamo… è stato il suo “primo servizio”.
BENVENUTO nel mondo della clownterapia… un mondo ricco di meravigliosa energia!
Fagy